Corso di base
Perché esplode il volontariato? Perché c’è n’è tanto bisogno. Sia da parte di chi “riceve” sia da parte di chi “dona”. (Le virgolette indicano che non è possibile distinguere nettamente).
La prima cosa che insegniamo ai volontari è che forse hanno un problema. Sono persone fuori del comune perché forse hanno una ferita interiore cui cercano di non pensare prendendosi cura degli altri. Possibile.
Ma questo che cosa comporta? Che la persona normale, quella che non ha una ferita, non si sognerà mai di fare il volontario? Che tutti i volontari impegnati nascondono qualche ferita psicologica e che farebbero meglio a mettersi in terapia? Falso.
L’esplosione del volontariato è un fenomeno troppo ampio perché sia spiegato come una mera epidemia di ferite interiori. È un fenomeno sociale. Sintomo di una società che cerca di curare se stessa dalle proprie aberrazioni.
Dispensa Gruppo Hybris 1999
Verso una cura integrata dei tumori. Le difficoltà in cui si dibatte la medicina moderna nella cura del cancro sono dovute a quell’atteggiamento mentale definito come: dualismo CARTESIANO.
Cartesio fu quello scienziato filosofo e fervido credente che 300 anni fa osò affermare che l’anima ed il corpo sono DUE sfere indipendenti. L’anima (oggi possiamo in parte intenderla come psiche) sarebbe stato un fenomeno di competenza spirituale mentre il corpo non era altro che una meravigliosa macchina biologica, connessa in qualche modo all’anima, che attendeva di essere analizzata, compresa nel suo funzionamento ed all’occorrenza, aggiustata quando il meccanismo s’inceppava. Altri scienziati filosofi, tra i quali Bacone, esplicitarono poi le basi teorico pratiche che sono tuttora il sistema di riferimento generale (o paradigma) della scienza in generale e della medicina moderna in particolare.
I problemi che oggi osserviamo nella medicina non sono ovviamente riconducibili solo a questi presupposti. Oggi il quadro è reso ben più complesso dalla rivoluzione industriale, dagli sviluppi tecnologici, da cambiamenti culturali e sociali rapidi e di gran portata.
È tuttavia importante rammentarlo: la drastica separazione tra mente e corpo, tuttora data per scontata, è un punto di vista che ha avuto un inizio. Fu un’idea, nata nella mente di un uomo, a contagiare con la sua forza, in un momento propizio, una grande cultura. Ciò che oggi noi consideriamo “scienza medica” ha potuto svilupparsi, al suo inizio, grazie ad una tremenda semplificazione, arbitraria ma molto opportuna.
Era qualcosa come dire: -“Facciamo finta che le malattie non abbiano nulla a che fare con i problemi dell’anima”. “Facciamo come se il corpo sia soltanto una macchina, una specie di orologio biologico”. Si trattava di un’idea semplice ma rivoluzionaria. Permise ai medici di superare i molti tabù che avevano congelato, per molti secoli, lo sviluppo delle conoscenze e di lanciarsi con grande speranza nello studio dei meccanismi di funzionamento e disfunzionamento del corpo. Allora, agli albori del metodo scientifico probabilmente non era possibile fare altrimenti. Mancavano gli strumenti “culturali” per studiare i fenomeni complessi ed invisibili. L’idea che le malattie fossero causate solo da meccanismi osservabili e manipolabili permise di fare progressi giganteschi che altrimenti non sarebbero stati mai possibili. Si ottennero, infatti, successi così importanti che ancora oggi i medici fanno fatica ad abbandonare una mentalità da “meccanico”.
Apprendere l’ottimismo
Dispensa associata allo stage. Pessimismo e ottimismo sono modi di pensare definibili con precisione, misurabili e modificabili stabilmente con un appropriato apprendimento.
E’ possibile modificare il proprio modo di pensare con metodi semplici ed efficaci, senza farsi psichiatrizzare, senza assumere psicofarmaci.
I nostri pensieri non sono solo semplici reazioni agli eventi. Essi hanno il potere di cambiare il corso stesso degli eventi.
Il pensiero “sono un buono a nulla” può portare a cedere il controllo delle cose e delle situazioni agli altri o alle circostanze.
Un certo pessimismo se utilizzato con saggezza, ha una propria utilità. Tuttavia, se per abitudine crediamo, come pessimisti, che la colpa delle avversità sia nostra, che gli avvenimenti negativi dureranno per sempre, subiremo più sventure di quanto accadrebbe se pensassimo in modo diverso.
Stile di pensiero e salute mentale: la depressione clinica
- La depressione non è una malattia ma uno stato dell’umore seriamente basso.
- Nella maggioranza dei casi non si è prigionieri di vecchi conflitti. Più spesso la depressione è scatenata da problemi attuali.
- Non si è prigionieri dei geni e della chimica cerebrale, se non in rari casi.
- La depressione si manifesta semplicemente quando nutriamo credenze pessimistiche sulle cause delle nostre avversità.
- Possiamo disimparare il pessimismo ed imparare ad affrontare le avversità con ottimismo. Tali abilità si sono rivelate essenziali per prevenire e curare la depressione.
“Gli uomini non sono disturbati dagli eventi ma dalla interpretazione che essi ne danno.” Epiteto I sec. D.C.
La dispensa e stata curata dal dott. Fabrizio Bertini traendo il materiale da “Imparare l’ottimismo” di Martin Seligman Ed. Giunti 1990.